lunedì 27 settembre 2010

Atmosfere fluttuanti e magiche visioni

Atmosfere sognanti e fiabesche, “goticheggianti” e memori dell’arte dei Preraffaelliti, pervadono le opere della giovane artista iugoslava Katarina Alì.
I suoi quadri sono immersi in una dimensione magica, fluttuante e silenziosa, eterea e sensuale.
Piccole luci sfavillanti simili a lucciole accompagnano i personaggi di Katarina, rischiarando loro la via che li porta alla ricerca del proprio destino.

La poetica dell’artista è racchiusa in un testo del poeta e scrittore (nonché diplomatico e ambasciatore) Jovan Ducic, “Il tesoro dello zar Radovan”. Ducic, influenzato dai parnassiani e dai simbolisti francesi, scrisse poesie e prose liriche con le quali introdusse nella produzione letteraria serba il gusto dell' “arte per l'arte”.
In particolare uno stralcio del testo che parla dello zar Radovan ci permette di immergerci nell’atmosfera magica delle opere di Katarina:
"... Di esso ha sognato Mosè quando seguiva la parola di Dio e Cesare
quando attraversava il Rubicone e Colombo quando ha affidato le sue vele al
vento che lo portava sulla terra di cui non sapeva niente. Questo tesoro
cerca anche l'astronomo che osserva le nubi stellari e il botanico che
cerca il segreto della fecondazione nel cuore di un fiorellino e il prete
che restituisce la fede nei cuori degli infedeli. Tutte le persone cercano,
perché tutti sono folli. Il sangue di tutti ha contagiato lo zar Radovan
che vive nell'erba e nell'acqua, poderoso zar che passa nel cielo come una
nuvola carica di fulmini e passa nel mare come una nave che arde...".
Le immagini di Katarina sono ricche di riferimenti simbolici. La musica è imprigionata negli strumenti suonati da esseri che sono un connubio tra uomini, fate e elfi. Le immagini che ne derivano sono evocazioni che sanno di sogno e di mito, soavi e leggere, stilisticamente molto eleganti e raffinate.
Nuvole iridescenti che lambiscono il terreno circondano i protagonisti del dittico del 2005, in cui due flautisti si trovano all’interno di un paesaggio medievale, accompagnati da colorati pesci tropicali, in un ambiente naturale in cui si fondono acqua, cielo e terra.
Il potere evocativo della musica è presente anche in altre opere, dove è quasi sempre una giovane donna a suonare uno strumento a fiato o una specie di mandolino, immersa in un’atmosfera rarefatta e avvolta dalle nuvole. La donna è sempre protagonista nelle opere di Katarina, una donna che è alternativamente maga, Salomè, Venere o fata, posta sempre in primo piano e circondata da un’aura di mistero. Una donna accompagnata da piccole scintille, che si svela davanti ai nostri occhi ma della quale non conosceremo mai tutto.
La grazia e il simbolismo di alcune figure lasciano intravedere reminiscenze Liberty e Déco, anche se la forza delle figure di Katarina è lontana dalla rappresentazione dalla bellezza fine a sé stessa. Il legame con la natura, con il cielo e con l’acqua, che solitamente rappresenta il fiume Danubio a lei caro, fa dei suoi personaggi figure di raccordo tra il nostro e un mondo ideale ed emozionante, un mondo capace di avvolgere i nostri sensi e di rapirci in estasi, lontani dalla realtà che ci circonda e che spesso ci addolora.
Ma cosa cercano i personaggi di Katarina? Il loro flauto è forse un richiamo verso qualcuno o qualcosa? Infatti sembrano voler evocare qualcosa di più grande, forse cercano anche loro il tesoro dello zar Radovan? Certo è che i suoi quadri sono fantastiche visioni capaci di trasportarci lontano nel tempo e nello spazio.
Nei paesaggi la natura è la protagonista incontrastata e le raffigurazioni si fanno più reali, senza per questo perdere il fascino che circonda le altre opere.

Katarina Alivojvodic è nata nel 1973 a Zemun, in Iugoslavia. Nel 1993 si è diplomata in Design Industriale alla Scuola per Design di Belgrado e nel 1999 si è diplomata in Progettazione Grafica. all’Accademia di Belle Arti e Design di Belgrado.
L’artista è stata presente in numerose mostre collettive in Italia e in Iugoslavia. Ha vinto il primo premio al concorso di disegno organizzato dalla galleria “B. Stamenkovic” di Belgrado. Tra le sue esposizioni personali ricordiamo quelle alla Galleria “Akord” di Belgrado e alla Galleria “Hadzi Ruvim” di Lajkovac nel 1999; a Messina, presso la Pro Loco “Artemisia” di Castroreale e alla Galleria Comunale di Milazzo nel 2001; alla Galleria “Helios” di Roma nel 2002; presso lo Spazio espositivo “Green Manors” di Castroreale nel 2003; alla Galleria “Il Gabbiano” di Messina nel 2004; e infine alla Galleria “Italarte” di Roma nel 2005, dove presenta una selezione di chine ed oli.

Cinzia Folcarelli
 Luglio 2005, testo pubblicato nel catalogo Katarina Ali. Disegni e quadri, pubblicato in occasione della mostra all'Italarte Portuense