domenica 24 ottobre 2010

I “disegni – pittura” di Lina Passalacqua, memorie del tempo e dello spazio contemporaneo

“La pittura ha una vitalità che si rinnova di continuo, che guarda al passato per rispecchiarsi nel futuro”. E così come la pittura di cui parla, anche Lina Passalacqua ha una vitalità esteriore ed interiore che la caratterizza, che la rende entusiasta quando parla della sua vita, dei suoi affetti e dei suoi progetti, passati e futuri.
Forza di volontà e tenacia le hanno permesso di cambiare un destino scelto dagli altri, che sicuramente non le avrebbe permesso di realizzare i suoi sogni e le sue aspirazioni, il teatro negli anni della giovinezza e la pittura che non abbandonerà mai nel corso della vita.
Allieva del pittore e incisore Presidente dell’Accademia di San Luca a Roma, Carlo Alberto Petrucci, amico di Giorgio Morandi, Lina, che fin da bambina aveva manifestato una forte inclinazione per il disegno e per il ritratto in particolare, all’inizio degli anni Sessanta sceglie di dedicarsi alla pittura e all’insegnamento di discipline pittoriche. Inizia ad insegnare a Jesi, nelle Marche, dove si avvicina all’arte di Lorenzo Lotto.
Già durante la sua carriera teatrale in giro per l’Italia, si era accostata alle opere dei grandi Maestri del passato, frequentando i più importanti musei della penisola. Ma è l’incontro con il Futurismo, con le opere di Balla e Boccioni in particolare e con la poetica di Fernand Léger che forgia il suo stile, che raggiunge nel corso della sua carriera artistica una cifra stilistica particolare.
“Lo spazio futurista è lo spazio del nostro tempo”. Lina riconosce ai Futuristi di aver compreso per primi che il movimento è connaturato alla nostra contemporaneità. “Tutta la nostra vita oggi è colpita da immagini per un istante, sia se guardiamo dal finestrino del treno, o dell’automobile, o nell’alternarsi dei canali televisivi e degli spots pubblicitari, nelle edicole dei giornali, nelle insegne luminose, nei fari delle macchine che lampeggiano e scompaiono … Viviamo nell’epoca del flash e tutto appare frazionato, anche i nostri sentimenti”, dice l’artista in un video del 1990 che racconta la sua vita. “Schegge di vita ci colpiscono continuamente. Vivo in una vita fatta di flash che rischia di perdere la memoria storica e forse anche quella morale”. Prodotto dalla Teleromacine, curato da Stefania Severi, per la regia di Pino Passalacqua, questo video, classificatosi al terzo posto al III Festival “Cinema e Arte” promosso dall’Ente dello Spettacolo, racconta la vita d’artista e di donna di Lina, la sua professione di docente al I Liceo Artistico, portata avanti con orgoglio e consapevolezza, il rapporto d’amore con le figlie e soprattutto la sua grande passione per l’arte.
L’espressione artistica di Lina Passalacqua è sempre incentrata sul movimento e sulla scomposizione e ricomposizione dell’immagine, dagli ormai celebri Voli e Vele, cicli che hanno caratterizzato una importante porzione della sua produzione artistica, ai meno noti “disegni – pittura”, come li ha definiti Renato Civello in un suo scritto, che Lina inizia a realizzare nel 1967, in piena Pop – Art, suggestionata dal lavoro di Andy Warhol e di altri artisti del periodo. Utilizzando i giornali dell’epoca, con un procedimento particolare di trasferimento dell’immagine sul supporto cartaceo, e successivamente intervenendo con la china e con il colore, l’artista crea queste opere così effimere e forti allo stesso tempo, flash di vita, memorie del tempo e dello spazio contemporaneo. Sono opere uniche e non più realizzabili con i giornali di oggi, a causa della diversa composizione dell’inchiostro che non permette un buon trasferimento dell’immagine.
Stilisticamente sono un misto di Futurismo e Pop Art, caratterizzate da un forte dinamismo.
A proposito di uno dei suoi artisti di riferimento, Boccioni, che nei suoi quadri rappresenta l’energia in movimento tipica della nostra epoca, Lina dice: “In Boccioni è l’azione, il moto a creare nuove forme plastiche nello spazio. Boccioni, come è stato detto, è l’esponente lirico della moderna concezione della vita, basata sulla rapidità e contemporaneità di conoscenza e comunicazione. Nella Città che sale si respira un’aria di caotica violenza, di energie cosmiche scatenate, la realtà naturale è interpretata come continuità dinamica escludendo le distinzioni di tempo e di luogo. Io ho cercato di rendere quelle forze che si intersecano, che stanno alla base delle sue opere”.
Lina ha guardato anche a Balla, al quale ha dedicato Omaggio a Balla del 1987, e del quale dice: “In Balla, il vero è analizzato quasi come sequenza cinematografica e il dinamismo è rappresentato come ripetizione di elementi che si spostano nello spazio”.
Un’altra caratteristica dei “disegni – pittura” è rappresentata dall’ingrandimento dell’oggetto che a sua volta diventa soggetto del quadro, caratteristica che Lina ha mutuato da un altro grande artista, Fernand Léger. In queste opere l’attenzione è focalizzata sui dettagli, è il particolare che diventa soggetto nel quadro.
Natura, essere umano, macchine e ingranaggi si fondono tra loro raccontando il mondo contemporaneo. “Se oggi devo recuperare la memoria storica non posso farlo evocando un mito, che secondo me non potrebbe avere più senso, ma rielaborando frammenti di immagini del passato che mi hanno colpito, inserendoli in uno spazio moderno”, dice l’artista, e ancora: “Io credo nel ruolo attivo e conoscitivo della pittura e per questo ho scelto la sintesi geometrica dell’immagine. Mi appello all’ordine primordiale della geometria, in essa trovo una grande assonanza concettuale alla logica interiore.”
Fonte di ispirazione in questo senso è stato per lei sicuramente Picasso, per la sua concezione dello spazio con i molteplici punti di vista che permettono la sovrapposizione di più vedute da punti diversi, con l’intento di raffigurare gli oggetti come sono nella realtà e non come appaiono.
Futurismo, Pop – Art, ma anche il Cubismo e i grandi manieristi del Rinascimento, come Lotto e Pontormo rivivono dunque nelle opere di Lina Passalacqua, fusi in composizioni affascinanti ed visivamente intriganti.
La realtà quotidiana, la società, lo sport e l’arte sacra sono i temi predominanti che caratterizzano i “disegni – pittura”.
Fermati qualche volta, del 1985, è rivolto ad un ipotetico manager che con la ventiquattrore in mano (è questo il dettaglio su cui si concentra l’artista) corre da un appuntamento all’altro. In altri lavori, come in Ingranaggi o in E’ caos, entrambi del 1968, l’attenzione è focalizzata sulla macchine, moderni strumenti di lavoro dell’uomo, ma anche fonte di alienazione, forse un ricordo di Tempi moderni di Charlie Chaplin.
L’automobile è un altro tema ricorrente, in particolare gli incidenti stradali, sempre legati al dinamismo “malato” della società contemporanea. Così come l’orologio, definito in un lavoro del 1985, L’idolo del tempo.
Altre opere sono dedicate ai grandi personaggi contemporanei, come Omaggio a Barnard, dedicato al grande chirurgo, e Paolo VI, entrambi del 1968.
A volte questi lavori anticipano il futuro, come La Cina è vicina, realizzato nel 1967, e decisamente attualissimo.
Una serie di “disegni- pittura” sono dedicati allo sport e sono stati realizzati nel 1969 ed esposti in occasione del Congresso Special AICS della Associazione Italiana Circoli Sportivi, tenutosi a Viareggio nello stesso anno.
Anche l’arte sacra è presente in questo tipo di opere. Molto belli sono i lavori realizzati nel 1968, come E venne un uomo, in cui il volto di Cristo affiora all’interno di una composizione futurista. L’opera è stata esposta in sedi prestigiose, alla VIII Biennale Nazionale d’Arte Sacra tenutasi a Bologna nel Palazzo del Potestà nel 1968; nel Palazzo delle Esposizioni di Roma nel medesimo anno e nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Milano l’anno successivo. Sullo stesso stile sono realizzati anche Incoronazione della Vergine e Ti prego, mentre più drammatico è Calvario, in cui spirali vivacemente colorate avvolgono le croci del Golgota.
Quale che sia l’argomento trattato, nelle opere di Lina Passalacqua protagonisti sono i sentimenti. L’artista riesce con sensibilità e delicatezza d’animo a trasferire nei suoi lavori le emozioni della sua vita e dei suoi ricordi, inserendoli in una realtà che ci coinvolge tutti e che ci fa riflettere.
Queste opere sono state esposte nel corso degli anni in numerose esposizioni e rassegne, ma solo oggi l’artista ha deciso di presentarle tutte insieme e solo così riusciamo ad apprezzarle completamente, trattandosi di un percorso che abbraccia un trentennio della sua carriera artistica.
Per la loro raffinatezza, delicatezza e forza espressiva, con i “disegni – pittura” di Lina Passalacqua sono stati illustrati anche vari libri di letteratura e poesia.
Recentemente, in occasione del Premio Pizzo, è stata conferita a Lina Passalacqua la Medaglia commemorativa del Presidente della Repubblica, in quanto l’artista “è una delle più illustri continuatrici del linguaggio futurista, a conferma dell’attualità delle idee e dei fini del movimento marinettiano”.

Cinzia Folcarelli, testo pubblicato nel catalogo della mostra Lina Passalacqua Flash Grafiche 1960 - 1990, Roma, Liceo Artistico Ripetta, 7 - 25 marzo 2009


Francesco Guerrieri, Lina Passalacqua e Cinzia Folcarelli