lunedì 7 maggio 2012

Cromia e fantasia


Intense vibrazioni cromatiche e molteplici livelli di significato improntano l'arte di Silvio Vigliaturo, un'arte creata dalla forza del fuoco che plasma la materia dialogando con essa, un'arte molto antica ma estremamente moderna al tempo stesso... l'arte della lavorazione del vetro.

Animo sensibile ed eterno sperimentatore, Vigliaturo si avvicina al fare artistico fin da giovanissimo, sotto la guida del padre, disegnando paesaggi, dove il colore è già protagonista, ed omaggi a grandi artisti come Matisse e Cézanne. Con un unico filo di ferro realizza una piccola bicicletta avvicinabile ai lavori giovanili di un altro grande artista come Calder. Pittura e scultura fanno parte quindi fin da subito del mondo di Vigliaturo e nel corso della sua vita avranno alternativamente maggiore o minore importanza nella sua produzione artistica. Nato ad Acri, Cosenza, nel 1949, dopo la morte prematura del padre, Silvio si trasferisce, ancora ragazzo, dalla natia Calabria a Chieri, vicino Torino, e qui inizia a lavorare in una bottega del vetro e continua a disegnare, allievo di Luigi Bertagna prima e Edoardo Ferrero poi. Le sue opere pittoriche su sfondo nero, a cui l'artista lavora per un decennio, raffigurano paesaggi e situazioni del cuore, Acri, Chieri, ma anche l'amata Venezia. Ma è la visita alla mostra Futurismo & Futurismi, allestita proprio a Venezia, a Palazzo Grassi, nel 1986, che determina la svolta nel suo approccio all'arte. Boccioni lo affascina ed egli scopre in quell'occasione anche l'opera di un altro artista acrese, Luigi Roccati. La scultura Uccello planetario che Silvio realizza l'anno successivo è un Concorde con cui spicca il volo verso la grande arte. Un'arte fatta di passione e sentimento, fortemente cercata e voluta, andando avanti, giorno dopo giorno, alla ricerca di quella cifra stilistica personale che caratterizza le sue opere, memori però anche dei grandi Maestri dell'Ottocento e del Novecento. Picasso è sicuramente un punto fermo nell'arte di Vigliaturo che ha fatto della scomposizione della forma una caratteristica fondamentale. E, del resto, L'Apocalisse del 2011, olio su tela di grandi dimensioni, giocato sui toni del rosso e del bianco, ricorda molto da vicino Guernica, oltre che strutturalmente, anche per il pathos insito in entrambe. Mirò è presente nelle opere di Vigliaturo per il richiamo a quella componente infantile che è parte di ognuno di noi e che l'artista riesce poeticamente a svelare. Stilisticamente è la linea di contorno, nera e marcata, che avvicina la sua pittura a quella del Maestro spagnolo. Chagall è un punto di riferimento per la libertà espressiva che permette di volare con le ali della fantasia pur rimanendo ancorato a temi importanti, siano biblici, mitologici o d'attualità, come l'anoressia o la politica. Inoltre la violenza coloristica dei Fauve e la potenza liberatrice dell'Espressionismo si fondono nelle opere di Vigliaturo per creare un'arte solo apparentemente ludica, in realtà carica di valenze segniche e simboliche.

Sebbene affascinato dalla pittura, l'artista nella metà degli anni Ottanta si volge nuovamente all'arte della lavorazione del vetro, dando vita ad una vetreria artistica a Chieri, in Piazza Duomo, e successivamente accetta la committenza per le vetrate per lo stesso Duomo di Chieri, Santa Maria della Scala. Intanto, da eterno sperimentatore qual è, si avvicina all'arte della vetro fusione, divenendone col tempo uno dei principali protagonisti in campo mondiale.

I vetri di Silvio sono l'acqua cristallina nella quale voleva portare la sua pittura”, scrive Monsignor Giovanni Carrù,. E infatti è proprio la forza del colore della sua pittura che l'artista trasferisce nelle opere in vetro, dando vita a lavori dal forte impatto visivo, capaci di interagire con i nostri sensi e con la nostra mente, suscitando sensazioni ed emozioni. Per Adriano Berengo, che tanta importanza ha nella storia artistica di Vigliaturo, per la fiducia nelle sue potenzialità artistiche, l'interesse dimostrato dai collezionisti dell'artista risiede proprio “nell'impatto con l'opera che sprigiona sempre un'energia forte, positiva, convogliata poi in osservazione introspettiva dei contenuti.” Grazie alla Berengo Fine Arts, l'arte di Vigliaturo nel Duemila si apre al mercato statunitense. E, in occasione dell'elezione di Barack Obama, nel 2008, l'artista realizza una serie di opere di speranza per il futuro. A parte la contemporaneità il pantheon artistico di Vigliaturo guarda alle radici della civiltà ed è ricco e articolato. Sempre presenti sono i riferimenti alla sua terra natia e alla sua storia millenaria, e quindi grande importanza hanno anche i poemi epici, in primis l'Iliade, l'Odissea e l' Eneide. I suoi cavalieri achei e le sue amazzoni sono capolavori nati dalla potenza del fuoco e dalla resistenza della materia che combattono battaglie policrome nella fucina del novello alchimista Vigliaturo. I cavalli sono destrieri legati al mito ancestrale della forza ma anche ad un tenero ricordo di fanciullo, di quel cavalluccio bramato nello studio del fotografo che ritraeva la sua famiglia in una ormai storica foto in bianco e nero presente nella prima sala del Museo Vigliaturo di Acri, sito in Palazzo Sanseverino, frutto del pensiero illuminato di quanti per una volta hanno voluto privilegiare l'arte su ogni altra cosa. Una sala del museo è dedicata all'installazione dei Generali, totemiche figure realizzate in vetro fusione che troneggiano su un cerchio di sabbia dove poggiano lacerti di corpi di soldati morti in battaglia. Sullo sfondo di questa Stanza del Potere un gigantesco murales in bianco e nero occhieggia di nuovo a Guernica. Va in scena la follia della guerra e di chi manovra lo scacchiere mondiale.

L'uomo e il suo doppio, angelo e diavolo al tempo stesso, è il tema di un'altra installazione, in cui figure intessute d'oro e d'argento sono poste davanti ad uno specchio che ne mostra il lato nascosto... il lato oscuro di ognuno di noi. Ma quella di Vigliaturo è un'arte positiva, un inno alla vita. Ne sono la prova le numerose opere raffiguranti Gli Amanti e soprattutto le maternità, in cui il nascituro è già visibile e presente nel grembo materno, quel grembo che nel Museo è ricreato in un'altra installazione molto suggestiva, impreziosita dalla musica del figlio dell'artista, Valerio. La musica è un altro tema importante nelle opere di Vigliaturo. Le sue Vibrazioni musicali sono delicate sinfonie di colore che ci coinvolgono emotivamente con la loro presenza scenica. Di forte impatto sono anche le opere del ciclo degli Equilibristi, realizzate in vetro e acciaio, che alludono al nostro difficile equilibrio interiore, realizzati con la consueta maestria tecnica che contraddistingue tutte le sue opere, frutto di un lungo e sapiente lavoro alchemico. Ma la tecnica da sola non sarebbe bastata a creare opere così fortemente presenti ed emozionanti. E' infatti la vera passione dell'artista che rende uniche le sue opere. La stessa che ci trasmette parlando della sua arte che lo ha portato da Acri in tutto il mondo, tanto da divenire un punto di riferimento per l'arte del vetro e della vetro fusione in particolare.

Cinzia Folcarelli, testo pubblicato nel catalogo della mostra Help!, personale di Silvio Vigliaturo, a cura di Cinzia Folcarelli e Andrea Rodi, allestita al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, dal 25 maggio al 1 luglio 2012