martedì 13 marzo 2012

Francesco Guerrieri. L’arte che si rinnova giorno dopo giorno



C’è sempre una novità, che apre una strada nuova per domani. Francesco è molto esigente e onesto con sé stesso e con il suo lavoro, a me piace così, mi dà serenità e io lo stimo e lo ammiro e mi domando se chi guarda i suoi quadri capisce l’importanza del suo lavoro (...) che deve essere osservato, guardato e vissuto lentamente così dagli occhi ti entra nel cuore e poi nell’anima.” Con queste parole la pittrice Lia Drei (Diari,3 gennaio 2004) descrive Francesco Guerrieri, compagno della sua vita, soffermandosi sul suo impegno artistico che lo ha portato, nel corso della vita, ad andare sempre avanti nella sperimentazione, raggiungendo traguardi importanti.

Guerrieri, come ha scritto Adriano Spatola, “imprime alla sua pittura il marchio eccitante di una sperimentazione aperta verso l'autenticità espressiva, verso la scoperta di un linguaggio storicamente garantito ma ricco di soluzioni inedite, in una sorta di metamorfosi continua”.

Nato a Borgia (Catanzaro) nel 1931, Francesco Guerrieri vive a Roma dal 1939. Dopo aver completato gli studi classici e universitari, frequenta, dopo aver superato gli esami di ammissione, i corsi dell’Académie de France a Rome a Villa Medici dal 1958 al 1960 e l'Accademia dell'Associazione Artistica Internazionale, dove, nel 1958, conosce Lia Drei, la bella figlia dello scultore e pittore Ercole Drei, che sposa pochi mesi più tardi. Per circa due anni i due artisti vivono a Villa Strohl-Fern, ai confini di Villa Borghese, nella casa-studio Drei, una splendida dimora immersa nel verde, accanto a celebri artisti che qui avevano i loro studi.

Nel frattempo Francesco si dedica anche alla scrittura, collaborando con riviste d'arte. In questo periodo si esprime in pittura con opere informali e polimateriche, dal forte impatto visivo, che espone alla VIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma 1959-1969, alle Biennali regionali Rassegna di Arti Figurative di Roma Palazzo delle Esposizioni, 1959, 1961, 1963, alle mostre-selezione di giovani artisti alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, 1962 e 1963, e ad altre importanti rassegne nazionali.
Poco dopo, nel 1962, il superamento della corrente informale porta Guerrieri alla realizzazione di opere costruite da sistemi segnici aderenti alle teorie della semiotica e agli scritti di Merleau - Ponty sulla fenomenologia della percezione. Nascono le sue celebri opere ghestaltiche e strutturaliste intitolate Continuità, che realizza utilizzando il nero, il rosso e il bianco, fusione tra ricerca scientifica e tecnica pittorica. Guerrieri infatti non abbandona mai la componente artigianale della pittura, esprimendosi sempre con le tecniche dell’olio o dell’acrilico.

Nello stesso anno è l'ideatore del Gruppo 63, che fonda insieme a Lucia Di Luciano, Lia Drei e Giovanni Pizzo. I quattro artisti espongono a Firenze, Livorno e a Roma (Gruppo 63, Galleria Numero in Piazza di Spagna, giugno 1963) ricevendo critiche positive da Battisti, Finizio, Orienti, Politi, Ponente, Popovich e altri. 
In seguito alla scissione del Gruppo 63, avvenuta per divergenze metodologiche, nel settembre 1963 al XII Convegno Internazionale di Rimini e Verucchio, Guerrieri fonda con Lia Drei il Binomio Sperimentale p. (p.= puro). Nell'ottobre dello stesso anno i letterati d'avanguardia riunitisi a Palermo adottano la stessa denominazione di Gruppo 63.
Dal 1963 al 1968 i due artisti espongono come Sperimentale p. a Roma (Galleria Il Bilico), Firenze (Galleria Aquilone), Torino (Studio di Informazione Estetica), Belgrado (Doma Omladine).. Dello Sperimentale p.. si occupano Argan, Assunto, Celant, Finizio, Garroni, Maltese, Masini, Menna, Montana, Orienti. Tra il 1965 e il 1966 Guerrieri organizza e realizza le mostre-dibattito itineranti Strutture visive (a Roma, Napoli, Firenze,Terni, Cosenza) e Strutture significanti (a Livorno, Genova e Torino). Nel 1967 espone nel Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea nella Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino a cura di Germano Celant.
Gli vengono conferiti due premi nazionali, il Premio Arte Oggi nel 1967 e il Premio Masaccio nel 1968. Molti altri riconoscimenti e premi seguiranno negli anni successivi.
Intanto, come studioso e teorico, pubblica i suoi scritti sulle riviste "Arte oggi", "La Vernice", "Numero", negli Atti dei Convegni Internazionali di Verucchio, in vari cataloghi e periodici e nel volume "Ricerche strutturali" (ed. Silva, 1969).
Le opere di questi anni sono state presentate storicamente nel 1975 nell'ampia antologica Francesco Guerrieri, opere 1962-74 dalla Galleria Fumagalli di Bergamo, con saggio introduttivo di Filiberto Menna, e nella grande mostra Sperimentale p., Lia Drei e Francesco Guerrieri (opere 1963 -1968) realizzata dai Musei Civici di Macerata nella chiesa Monumentale di S. Paolo nel 1981, a cura di Elverio Maurizi. Inoltre va ricordata la presenza di Guerrieri in L’Arte in Italia 1960-1977, La linea analitica,a cura di Filiberto Menna, Galleria Civica d’Arte Moderna, Torino. 
Tra il 1968 e il 1971 l’artista realizza strutture tridimensionali variopinte per l'installazione di opere-ambiente (Azione in piazza a Rieti e Mentana, personale alla Galleria il Canale a Venezia) e di happenings con Lia Drei (a Roma, Firenze, Bologna: Un modo di farsi l'arte insieme all'artista). Scrivono del loro lavoro, tra gli altri, Bargellini, Niccolai, Popovich, Spatola.
Le Edizioni Geiger di Torino pubblicano, nel 1972, il volume di Adriano Spatola, Quadri Miraggi Ritratti di Francesco Guerrieri, in cui l’autore analizza dettagliatamente i processi visivi che portano l’artista alla realizzazione di questo tipo di opere, paragonandole ad “una musica stupefacente di tipo dodecafonico, chiusa e aperta nello stesso tempo”.
Continuando la sua incessante sperimentazione artistica, dal 1967 in poi Guerrieri nelle sue opere usa solo due toni alternati di giallo (medio e chiaro) per dipingere le sue strutture con effetto di irradiazione su fondo bianco.
Negli anni Settanta i segni gialli si organizzano lasciando emergere bianche scritture indecifrabili oppure allusive forme bianche in una continua alternanza visiva fondo-figura (“positivo - negativo”). Successivamente gli spazi bianchi, in cui navigano le strutture dei segni gialli, divengono sempre più ampi e i segni gialli vengono sospinti ai margini della tela e sui lati del telaio, quasi ad irradiare la parete dell’ambiente e lasciando dominante assoluto al centro della tela la luce del bianco puro. “Ora la pittura è nello spazio, invece che lo spazio nella pittura”, dice lo stesso artista. Questo ciclo sarà poi definito Il Quadro luce.
Nel 1977, eliminata completamente la tela, Guerrieri si serve dei telai vuoti, dipinti sui lati, per incorniciare prospetticamente la sala espositiva nell'installazione della grande opera - ambiente Immarginazione, allestita a Roma a Spazio Alternativo e, nel 1978, a Bologna, alla Galleria II Cortile, e ancora a Roma al Palazzo delle Esposizioni. In Immarginazione il vuoto centrale dell'opera a volte racchiude (“immargina”) al centro della propria potenziale rappresentatività oggetti o persone che casualmente vi si pongono o vi transitano, altre volte resta come vuoto puro e semplice.
Il problema della rappresentatività dell'arte contemporanea diviene poi centrale, a partire dal 1979, in Interno d'Artista, dove all'interno del telaio - cornice appaiono dipinti gli stessi telai vuoti oppure altri dipinti realizzati dall’artista nel passato, in una immaginaria sala espositiva.
Numerosi sono i critici che si interessano in questo periodo alle sperimentazioni di Guerrieri: Apuleo, Bentivoglio, Bonito Oliva, Dalla Chiesa, D’Amore, De Candia, De Marchis, Grande, Lambertini, Orienti, Torrente, Trucchi, Vescovo. 
Negli anni Ottanta l’artista, che da circa un decennio esponeva in permanenza alla Galleria Fumagalli di Bergamo, rinnova nuovamente il suo linguaggio pittorico e realizza opere di Metapittura, sottoscrivendo anche il primo e il secondo Manifesto del gruppo omonimo. Espone i suoi nuovi lavori nel 1982 nella mostra personale Sublime e Pittoresco e all’interno di varie collettive a Roma (Spazio Alternativo e Galleria Studio 34), Macerata (Musei Civici), Caprarola (Palazzo Farnese), Frascati (Sincronicon). Recensiscono il suo lavoro Apuleo, Bilardello, De Candia, D. Guzzi, Lelj, Mango, Marziano, Menna, Micacchi, Penelope, Spadano.

Dopo Sincronicon, nel 1986, Guerrieri si ritira per un decennio in un proprio eremo naturalistico sull'Appennino romagnolo realizzando opere visionarie ed “ecologistiche”.
Sul finire degli anni Novanta inizia un nuovo ciclo di Interno d'Artista che “tende alla rappresentazione sincronica e spiazzante di ogni possibile esperienza pittorica, sia iconica che aniconica, in una dimensione metafìsica, dove possono convivere potenzialmente all'infinito spazi con orizzonti diversi e dove ogni tempo può divenire presente”, citando le parole dello stesso artista.
Da ricordare le mostre personali realizzate a Roma (Galleria Monogramma, dove già aveva riproposto Il Quadro pensiero, 1962-1968 con ristampa del saggio omonimo di Filiberto Menna) e a Cosenza (Galleria Il Triangolo) nel 2003, con testo introduttivo di Teodolinda Coltellaro, che già aveva scritto per l’ampia antologica di Francesco Guerrieri al Museo Civico di Taverna nel 2002.
Nello stesso anno questo Museo pubblica Francesco Guerrieri, volume secondo, Scritti e Dipinti,, e dedica allo stesso artista una sala personale permanente. 
Il Comune di Taverna (CZ), patria del pittore Mattia Preti, il 7 agosto 2005, ha conferito a Francesco Guerrieri la cittadinanza onoraria, per il fondamentale contributo alla crescita del Museo Civico di Taverna e alla diffusione dell’arte contemporanea unitamente alla consorte Lia Drei, la grande artista scomparsa il 22 marzo 2005.
Il 20 settembre 2006 in Borgia, suo paese nativo, gli è stato assegnato il Riconoscimento Maria Regina delle Vittorie (Prima Edizione) per la Sezione Arti Visive. 
Nel frattempo le sue opere del passato sono riproposte in occasione di varie rassegne storiche e tematiche, oltre che in mostre personali retrospettive e antologiche. Grande successo è stato attribuito alla riproposizione delle opere polimateriche 1959-1962 nelle personali a Roma ( pH7 Artgallery) nel 2005, a Viterbo (Palazzo Chigi, Galleria Miralli) e al Museo Civico di Taverna nel 2006.
Lo stesso successo è ottenuto nell’anno seguente dalle mostre Sperimentale p., Lia Drei e Francesco Guerrieri, 1963-1968, allestite a Roma (Galleria Monogramma) e a Viterbo (Palazzo Chigi, Galleria Miralli) e prosegue con le opere del decennio 1967-1977 presentate nella mostra personale Il Quadro Luce, con testo critico di Gabriele Simongini nel 2008 a Roma ( Ph7 Artgallery) e nel 2009 a Viterbo (Galleria Miralli, Palazzo Chigi). 
Sempre nel 2009 Guerrieri, oltre che in numerose rassegne e collettive, è presente in Nuit Europèenne des Musées, Museo Civico di Taverna, in ArtVerona, Verona e MiArt now, Milano (stand Valmore Studio d’Arte), in L’Arte di amare l’Arte dell’Abruzzo, Fondazione Città Italia, Palazzo Venezia, Roma, Struttura-Pittura, Musinf, Museo Comunale di Senigallia, Palma Bucarelli. Il Museo come Avanguardia, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma.
In occasione della rassegna Premio Internazionale Limen Arte 2009 a Vibo Valentia gli è stato conferito il riconoscimento alla carriera dalla Regione Calabria.
Nel 2010 partecipa alle mostre L’Arte di amare l’Arte, Fondazione Città Italia, Galleria degli Uffizi, Firenze; a Tornare a Itaca (già realizzata al Museo Civico dei Brettii e degli Enotri) , Fondazione Mudima, Milano; a MiArt Artnow, Milano; ad ArtVerona.

Dal 10 dicembre 2010 al 27 febbraio 2011 la Galleria Valmore Studiod’Arte di Vicenza realizza un’ampia mostra Sperimentale p., Lia Drei e Francesco Guerrieri (opere anni ’60 – ’70, con catalogo in due volumi), cui seguirà nell’aprile 2011 una selezione di opere alla MiArt ArtNow, Milano. Dal 1° luglio al 30 ottobre dello stesso anno lo Sperimentale p., Lia Drei e Francesco Guerrieri è presente nella grande esposizione Percorsi riscoperti dell’Arte Italiana 1947 – 2010, VAF/Stiftung, a cura di Gabriella Belli e Daniela Ferrari, MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
Il 30 aprile 2011 esegue in diretta in Artnews RAI 3 l’opera Sublimazione cromatica dall’Autoritratto di Mattia Preti.
Invitato ad esporre alla 54^Biennale di Venezia declina l’invito.
Sempre nel 2011 partecipa alle mostre Omaggio a Mattia Preti al National Museum of Fine Arts di Malta e al Museo Civico di Taverna, a cura di Giuseppe Valentino, e alla 61^Rassegna Internazionale Premio G. B. Salvi, Sassoferrato, a cura di Gabriele Simongini che presenta nell’ottobre dello stesso anno la personale Francesco Guerrieri, L’infinito finito, Galleria Ricerca d’Arte, Roma. 
Il 16 dicembre 2011 Il MACA Museo Arte Contemporanea di Acri “Sivio Vigliaturo” e la BCC Mediocrati in Rende (CS) hanno dedicato la quinta edizione del Progetto Bancartis a Francesco Guerrieri con l’acquisizione per donazione dell’opera Verso Itaca nella Collezione Bancartis e l’annuncio della grande mostra personale al MACA (31 marzo-27 maggio 2012).           
Dal 22 marzo al 27 maggio 2012 opere di Lia Drei e di Francesco Guerrieri sono esposte nella mostra Arte Cinetica e Programmata a cura di Mariastella Margozzi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma.
Una vita dedicata all'arte quella di Guerrieri. Artista nel senso più alto del termine, eterno sperimentatore proiettato verso il futuro, ha saputo caratterizzare le sue opere da una cifra stilistica personale, eppure flessibile, evolvendo e rinnovando la sua arte giorno dopo giorno.

Come scrive Gabriele Simongini, con l’intento di “conciliare le ragioni profonde e strutturali della forma con quelle fluidamente enigmatiche della vita”, Francesco Guerrieri ha sempre cercato un’apertura verso il mondo, anzi in qualche modo la sua ricerca costantemente e sensibilmente sperimentale ha proposto un’idea concreta di arte capace di ‘diventare mondo’, di respirare all’unisono con i ritmi e i battiti quotidiani ed universali della vita pur rispettando un preciso ed autonomo codice linguistico continuamente rimesso in discussione”.
Operando una fusione tra le Continuità dello Sperimentale p. e i sinuosi e arcani linguaggi delle opere degli anni Settanta, l'artista ha realizzato recentemente opere in cui le bande rosse e nere o bianche e gialle diventano di nuovo protagoniste, fuse con la scrittura, stavolta resa quasi riconoscibile dal nostro alfabeto oppure con imprevedibili forme emergenti nella luce assoluta del bianco.

Nelle recentissime opere del 2011 il protagonista è l'infinito. Riprendono gli studi sul continuum degli anni Sessanta l'artista giunge a compiere una grande sintesi formale, nata da una concezione della pittura come ricerca poetica, poesia senza parole che vuole comunicare visivamente sentimenti e pensieri profondi e sublimi in una continuità universale infinita. 
“La libertà in Guerrieri è la luce”, come scrive Chiara Ceccucci, “la luce dei suoi colori intensi alternati è come un monito che giunge dall’alto, l’artista vede tutto illuminato dalla ‘luce immensa’ che scioglie il ‘mistero della vita’, ‘l’ultima luce’ senza fine, che abbaglia ogni cosa e che allo stesso tempo unifica ogni cosa e rende il tutto una continuità”. Quel continuum cercato da Guerrieri sin dall'inizio delle sue ricerche ghestaltiche e strutturaliste, ottenuto perché “ogni quadro non avesse inizio né fine, ma fosse parte, frammento di una potenziale illimitata continuità” (Guerrieri).
         

Cinzia Folcarelli

Testo pubblicato nel catalogo della mostra Dal polimaterico all'essenza della struttura. Opere 1959 - 2012, allestita dal 31 marzo al 27 maggio 2012, al MACA, Museo di Arte Contemporanea di Acri, Cosenza, a cura di Teodolinda Coltellaro


Francesco Guerrieri, Teodolinda Coltellaro e Cinzia Folcarelli durante l'inaugurazione