domenica 24 ottobre 2010

L’arte di Lia Drei. Forme geometriche in perenne movimento e in continuo divenire

Nelle opere geometrico – strutturaliste di Lia Drei maggiore è il tempo in cui l’occhio si sofferma sulle forme – colore create dall’artista, più forte diventa la sensazione di movimento ad esse legata. Triangoli, cerchi, quadrati, forme geometriche in continuo divenire: questo è il mondo di Lia. In una sua riflessione si legge che per lei il triangolo rettangolo è simbolo della creazione, il lato destro rappresenta l’uomo, il sinistro la donna e l’ipotenusa è l’amore che li unisce e gli dà vita così come la punta del triangolo è l’utero che fa crescere lo spazio.
Nelle opere degli anni Sessanta esposte in mostra alla galleria Valmore Studio d’Arte, Lia Drei si sofferma sugli effetti cinetici e cromatici creati dalla vicinanza e sovrapposizione delle figure geometriche a lei care. Alcuni dipinti sono caratterizzati dall’accordo o dal contrasto tra colori fondamentali e complementari come Operazione spazio cromatica C2 del 1964, mentre altri dalla presenza di strutture che riescono ad intervenire sulla nostra percezione ottica creando concavità e convessità in realtà non esistenti, come Operazione spazio cromatica R2 del 1966 e Struttura A10 del 1968. Anche il cerchio caratterizza molte delle opere scelte per l’esposizione, da Operazione spazio cromatica 01 e 02 del 1963 a Operazione spazio cromatica C2 e G20 dell’anno successivo.
Nata nel 1922 a Roma, a Villa Strohl – Fern, nella casa - studio del padre Ercole Drei, scultore e pittore, Lia, dopo la laurea in Lettere, vive cinque anni a New York, dove studia alla Columbia University. Tornata a Roma continua a dedicarsi all’arte, viaggia molto ed inizia a frequentare l’Accademia del Nudo dell’Associazione Artistica Internazionale dove nel 1958 conosce il pittore Francesco Guerrieri col quale condividerà tutta la sua vita personale ed artistica.
Dal 1961 Lia si dedica alla pittura astratta e a ricerche gestaltiche e strutturaliste, fondando, alla fine del 1962, il Gruppo 63 insieme a Francesco Guerrieri, Lucia Di Luciano e Giovanni Pizzo, e, nel 1963, il binomio Sperimentale p. con il solo Guerrieri. Tra i critici che si interessano alle loro sperimentazioni figurano Giulio Carlo Argan, Rosario Assunto, Filiberto Menna, Giorgio De Marchis, Sandra Orienti, Arturo Bovi, Luigi Paolo Finizio e Corrado Maltese.
Nel 1968 conosce il poeta d’avanguardia Adriano Spatola e tra i due inizia un sodalizio artistico che porta all’ideazione di un libro d’artista realizzato con forme geometriche, Iperipotenusa, edito nel 1969 da Geiger di Torino, premiato nel 1979 dall’Università degli Studi di Urbino, che con successivi tre libri costituisce la Quadrilogia del Triangolo Rettangolo, acquisita dalla Biblioteca del MOMA di New York, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea e dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Nel 1978 Lia espone alla Biennale di Venezia e nel 1981 alla Biennale di San Paolo del Brasile.
Dopo le esperienze della Metapittura degli anni Ottanta, nel 2000 Lia torna a lavorare sulle forme geometriche e sul colore, raggiungendo una sintesi formale che abbraccia tutta la sua precedente ricerca: in questi lavori, in cui lo spazio bianco predomina, linee rette, intere e tratteggiate, delineano percorsi all’interno dei quali si innestano forme geometriche vivacemente colorate, come in Il tempo del sogno n. 2 del 2004. “Ora intitolo i miei quadri “Il Tempo del Sogno”, scrive Lia, “perché quando si dipinge, si scrive, o si suona si esprime il sogno che si ha nell’anima. E così il colore diventa una realtà, il pensiero scritto diventa solido, e il canto diventa una poesia. Anche questo è un pensiero semplice, da bambina, ma ci sono voluti 80 anni di vita per poter arrivare ad esprimerlo con sicurezza.”
Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 2005, il Comune di Taverna le ha conferito la cittadinanza onoraria alla memoria per meriti artistici. Importanti antologiche sono state allestite nel 2005 dal Museo Civico di Calasetta e nel 2007 dal Museo Civico di Taverna, che già nel 2003 aveva dedicato all’artista una sala personale permanente.
Lia Drei è stata una figura importante del panorama artistico italiano. Piena di gioia di vivere e di amore per gli altri, con il suo carattere deciso, ha imposto al mondo la sua personalità, decidendo della sua vita che altri avrebbero voluto molto diversa, diventando una artista apprezzata dopo essersi distinta nel mondo dello sport, conseguendo titoli nazionali nei tuffi dal trampolino. Come ha scritto recentemente Francesco Guerrieri:

Lia Drei era la bella campionessa
che volava
tuffandosi dal trampolino
più alto
e che volle nuotare nel mare dell’Arte
fino all’ultimo istante della sua vita

Cinzia Folcarelli, testo pubblicato nel catalogo della mostra Diana Baylon e Lia Drei. Due signore dell'arte italiana. Opere degli anni 60 - 70, 3 ottobre - 13 dicembre 2008, Vicenza, Valmore studio d'arte